Territorio e cenni storici
L'alpe di Trento, la montagna di Trento, la Trento alta. Il Monte Bondone non è solo il tempio del ciclismo trentino. A pochi passi da Trento, il suo nome è legato alla storia del turismo della città.
Fino ai primi anni del Novecento, il Monte Bondone era conosciuto perlopiù dalle comunità di montagna che vi risiedevano. Sardagna, Sopramonte, Cadine, Garniga, Cimone: erano questi i principali paesi che raggruppavano le "famiglie del Bondone", prima che la montagna venisse scoperta dai "cittadini". Poi, nel periodo tra le due guerre, gli abitanti della città iniziarono a frequentare il Bondone sia in estate sia in inverno. Prima pochi pionieri, poi gruppi sempre più numerosi. Meta di svago e luogo di villeggiatura, la montagna di Trento attirava un numero crescente di persone.
Lo sviluppo del turismo invernale favorì questa tendenza. Nel 1935 la costruzione dello "slittone" segnò un punto di svolta. Lo "slittone" era un sistema rudimentale di trasporto degli sciatori da valle verso monte. Su di una grande slitta di legno, trainata da una fune, potevano salire alcune decine di persone. La soluzione era assolutamente innovativa per i tempi. Opera della famiglia Graffer, rappresentava uno dei primi impianti di risalita di tutto l'arco alpino. Lo "slittone" aprì le porte a una nuova era per il Bondone, inaugurando la stagione del turismo moderno e favorendo lo sviluppo delle vie di comunicazione tra la montagna e la città. Tra il 1936 e il 1940 fu realizzato il tratto di strada da Montevideo a Vaneze. Nel dopoguerra la pavimentazione stradale giunse fino a Vason, con l'apertura dell'ultimo tratto nel 1959. I collegamenti asfaltati per Garniga e per Lagolo attraverso le Viote furono completati nel 1968 e nel 1972. "Si asfalta la strada di valico di Monte Bondone", titolava il quotidiano L'Adige nell'ottobre di quell'anno.
Lo sviluppo delle vie di accesso alla montagna andava di pari passo con una crescita costante dei visitatori. L'implementazione degli impianti di risalita, con la costruzione di nuove piste, e l'urbanizzazione di alcune aree di montagna, come Vason e località Norge, erano i segnali più tangibili della trasformazione.
Sulla base di questi fattori di cambiamento, il boom del Bondone si registrò soprattutto tra gli anni cinquanta e settanta del secolo scorso. Nel 1957 il sindaco di Trento Nilo Piccoli, che si era impegnato a promuovere la montagna, invitò sul Bondone lo sherpa Tenzing, che cinque anni prima aveva scalato l'Everest con il neozelandese Edmund Hillary. Nel 1961, per iniziativa di Rolly Marchi, il Monte Bondone divenne sede del Trofeo Topolino, vetrina internazionale per giovani atleti. Nel 1954 venne inaugurato un nuovo impianto sul Palon. Nel 1956 fu realizzata la seggiovia del Montesel e nel 1960 l'avveniristica telecabina che collegava Vaneze con Vason, capace di trasportare fino a 620 persone all'ora. Del 1963, infine, è l'apertura dell'impianto delle Rocce Rosse, che da malga Mezzavia saliva verso la cima.
Negli stessi anni il mondo intero si accorgeva del Monte Bondone, con il passaggio dei campioni del ciclismo. In quattro occasioni il Giro d'Italia è giunto in Trentino con arrivo di tappa sul Bondone. La prima volta fu in occasione dell'impresa memorabile di Charly Gaul, l'8 giugno 1956. La seconda volta fu il 25 maggio del 1978, quando la diciassettesima tappa della Corsa rosa raggiunse l'Alpe di Trento dopo 205 chilometri di strade di montagna. I corridori erano partiti da Cavalese. Vinse l'italiano Wladimiro Panizza. Secondo si piazzò il ciclista belga Johan De Muynck, che pochi giorni dopo vinse il Giro. Il terzo passaggio si ebbe nel 1992, il 6 di giugno.
La tappa prese il via a Corvara e si concluse a Vason con la vittoria di Giorgio Furlan. Dietro di lui tagliò il traguardo Miguel Indurain, che si aggiudicò la classifica generale tenendo la maglia rosa dalla terza all'ultima tappa. In tempi recenti, l'ultima volta che il Giro d'Italia ha fissato l'arrivo di tappa sul Bondone risale al 2006. Partita da Rovato in provincia di Brescia, la frazione si concluse a Vason dopo 173 chilometri con la vittoria di Ivan Basso. Protagonista di giornata fu l'idolo di casa Gilberto Simoni, che giunse secondo al traguardo, al termine di una prestazione eccezionale.